L’attuale classificazione del lipedema non è ritenuta esaustiva e sufficiente a descrivere la patologia in tutti i suoi aspetti. Il lipedema viene attualmente classificato in base alla distribuzione corporea degli accumuli adiposi visibili (tipo), alla voluminosità di tali accumuli, indipendentemente dalla quantità di tessuto patologico presente (stadio), alla conformazione visibile del tessuto adiposo (variante). Va rimarcato che l’attuale classificazione è attualmente in fase di discussione e revisione e non contempla tutte le variabili significative nell’ambito della diagnosi di lipedema (che per questo vengono indicate a parte in una eventuale scheda diagnostica). Il dolore è una caratteristica cardine della malattia, benché non patognomonica, e può essere presente in tutte le stadiazioni e tipizzazioni, così come la fragilità capillare che porta alle ecchimosi, la mancanza di elasticità della pelle, le parestesie e i deficit motori.
Gli stadi in cui il lipedema viene suddiviso in letteratura sono i seguenti (Meyer-Vollrath 2004, Herbst 2015):
In classificazioni precedenti era presente anche un cosiddetto STADIO 4 o “lipolinfedema”, erroneamente considerato come una forma più grave della malattia e spesso associato ad un lipedema avanzato.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha tuttavia definito da tempo il lipolinfedema come entità clinica a parte, con un codice suo (BD93.1Y) distinto da quello del lipedema (EF2.02), come “linfedema secondario ad altre cause specifiche”. Il linfedema secondario può interessare tutti i malati di lipedema a prescindere da stadiazione e tipizzazione secondo gli attuali criteri classificativi e va preso in carico da esperti di linfedema.
NOTA: La stadiazione non ha nulla a che vedere con la gravità della malattia. L’attuale criterio classificativo in stadi clinici è basato unicamente sulla voluminositá degli accumuli adiposi in alcuni distretti corporei (provocando confusione con l’obesità ginoide) e non tiene conto dei principali criteri di gravità del quadro clinico: il dolore e le limitazioni funzionali, che possono essere del tutto indipendenti dal volume e da quello che ancora oggi definiamo attraverso i tre stadi clinici. Il paziente va correttamente edotto su questi aspetti per comprendere i suoi sintomi, specie in fase d’esordio, e sul dibattito scientifico in merito, che auspichiamo porti ad una revisione radicale dei criteri di classificazione.
Il lipedema si differenzia inoltre in due varianti:
In base alla distribuzione corporea, si riconoscono 5 tipi di lipedema (Best Practice Guidelines: The management of lipoedema. Wounds UK, 2017):
NOTA: Il lipedema non è una patologia distrettuale, che colpisce solo alcune zone del corpo, le uniche prima considerate destinatarie di trattamento mirato e localizzato.
Il lipedema è una patologia sistemica che va curata a 360 gradi. Lio auspica un’immediata revisione degli obsoleti criteri di tipizzazione, che classificano il lipedema in maniera limitante e solo in base ai distretti corporei in cui alcune manifestazioni sono macroscopicamente visibili ad occhio.
Esiste un ampio dibattito scientifico, con ricerche mediche in corso, in merito all’interessamento di alterazioni tissutali e sintomi tipici del lipedema in altri distretti corporei (addome, regione mentoniera, torace, schiena). Esiste letteratura scientifica sul lipedema nel cuoio capelluto (citato anche nella definizione OMS).
Riadattata da Daniel_lipedema_chile, usata con autorizzazione. L’autore ribadisce che dovrà perfezionare la raffigurazione