Lettera al Ministro della Salute sulle ricette mediche

In questi giorni la LIO si è unita al grido di allarme dei pazieni cronici e rari, proveniente da molte parti d’Italia, sulla difficoltà di ritiro delle ricette mediche dai medici di base.

Insieme ad altre associazioni di pazienti, abbiamo aderito all’iniziativa della Federazione Uniamo, per l’invio di una lettera a Roberto Speranza, Ministro della Salute, affinchè su tutto il territorio nazionale si istituisse, con apposita norma, la dematerializzazione delle ricette mediche per approvvigionamento dei farmaci e presidi terapeutici, al fine di garantire l’accesso alle cure, la continuità terapeutica in casa.

Di seguito è possibile leggere la lettera inviata.

Roma, 18/03/2020

OGGETTO: “Dematerializzazione ricette per approvvigionamento dei farmaci e presidi terapeutici per garantire la continuità terapeutica al domicilio per pazienti che stanno a casa in conseguenza alle misure di contenimento del Coronavirus ”

Le “Associazioni in rete”, fanno seguito al precedente appello dell’11 marzo “Misure per la continuità terapeutico/assistenziale al domicilio per pazienti che stanno a casa in conseguenza alle misure di contenimento del Coronavirus ” e chiedono di voler normare a livello nazionale, così come fatto per la semplificazione delle procedure amministrative per la proroga automatica delle esenzioni e dei protocolli terapeutici, anche le modalità di prescrizione e approvvigionamento al domicilio dei farmaci e dei presidi terapeutici grazie alla dematerializzazione delle prescrizioni.

È necessario garantire il ritiro dei farmaci (PHT) e dei presidi terapeutici direttamente presso le farmacie private e presso le farmacie comunali, tenendo conto che in alcune realtà territoriali del nostro Paese le farmacie comunali rappresentano importanti riferimenti per la popolazione. Chiediamo quindi che sia emanata ed attuata una norma nazionale che (come già avvenuto per la proroga delle esenzioni e dei piani terapeutici) permetta di dematerializzare anche le ricette per il ritiro dei farmaci/presidi terapeutici, previsti dal piano terapeutico prorogato.

Ciò che ci stupisce è come, proprio a fronte di soggetti fragili a maggior rischio di contagio a causa della loro condizione di malattia, non sia stato uniformato su tutto il territorio nazionale un provvedimento che eviti a queste fasce di popolazione di doversi ancora recare presso lo studio del medico per ritirare la ricetta cartacea da portare nelle farmacie, per poter prendere i farmaci/presidi terapeutici di cui necessitano.

Ribadiamo ancora che tali norme dovrebbero essere valide ed attuate per tutto il periodo in cui le misure di contenimento del virus saranno in vigore, al fine di poter rendere possibile il rispetto del decreto “io resto a casa”. Le organizzazione della medicina di famiglia hanno già dato dimostrazione di disponibilità a misurarsi con nuovi strumenti e modalità di vicinanza e semplificazione delle procedure di presa in carico e cura dei loro pazienti, quindi siamo certi che saranno disponibili a dare il loro contributo per uniformare a livello nazionale le norme e procedure utili a tutelare sia i medici di base, che si trovano a fronteggiare la prima linea del contagio, sia i loro pazienti evitando loro di doversi recare presso i loro studi se non quando ciò non sia veramente indifferibile auspichiamo che tale esempio venga mutuato anche da tutte le farmacie.

Confidando che presterete attenzione alle nostre richieste, confidiamo di poter essere rassicurati che entro brevissimo tempo siano emanate le norme sopra citate così da uniformare in tutto il Paese il diritto di poter “rimanere a casa” in sicurezza. In attesa di un cortese sollecito e ci auguriamo positivo riscontro, inviamo cordiali saluti.